martedì 9 febbraio 2010

L'anima gemella 3


L'anima gemella 3

- Ri-cordare il futuro


Ri-cordare… tracciare la corda… il futuro precipita nell’adesso.

Accade che l’Anima Gemella c’è. La sento, è individuata, intercettata, contattata.

Abbiamo due mondi diversi ma la nostra indole è una. Ciascuno di noi due lo sa che esistiamo a più livelli, quello del sentire forte, Uno, in cui tutto è sicuro, chiaro, sereno.

Sappiamo di essere noi; è il mondo della nostra essenza e del nostro Sogno. Sentiamo e sappiamo che questo è il livello vero. Autentico. Su questo ora si fonda la nostra stabilità, centratura, da questo livello “nostro” agiamo concretezza, eppure, ancora, non ci siamo incontrati.

Poi, ciascuno condivide realtà di questa particolare vita sulla Terra, una delle tante, l’ultima che ci vede illusoriamente separati, perché questa è anche la vita del nostro ritrovarci.

Nel qui e ora che si sta preparando, la danza è un tutt’uno tra Cielo e Terra e, il giro di valzer che stiamo da sempre vivendo nella nostre Anime, è ora passo suonato e ballato su questa spiaggia.

Il sole è alto, ho voluto un giorno luminoso, ho voluto la luce, anche se voglio che tutto prosegua poi nella parte in ombra di noi stessi e la notte ci trovi ancora qui perché, per il nostro tempo e spazio, le stelle hanno segnato il passo.

Così, sono a Camelot, sul mio scoglio; il mare oggi è calmo, il suo azzurro penetrante.
Giorni e giorni di mareggiate hanno più volte allagato lo scoglio e io, dall’alto della balaustra, vedevo il Regno travolto, squassato, rapito. Venivo qui, sul bordo del mare in tempesta e chiamavo: “Camelot, mia Camelot…” come a volerla confermare, pur nel tumulto dei flutti.

Intanto, col mondo, parlavo di futuro, avvertivo sempre più profonda l’inconsistenza del passato e di un presente che nei suoi contenuti era ancora insistentemente attaccato al passato.

Personalmente vivevo già un altro presente nella non necessità di guardare, di parlare di ieri, di oggi.

Futuro… ignoto… ma futuro

così, oggi: accade ciò che ho scritto.

Questo sole, certo, vero, che mi illumina e riscalda, sta segnando sulla meridiana di questo grande golfo, il nostro tempo.

Siedo qui, tra i miei scogli, sul mio Sogno, Camelot ricomposta davanti a me, un cerchio di tredici sassi più Artù al centro.

Tredici Coscienze Nuove, libere e Artù, la forza vitale.

Hanno un nome i tredici sassi, lui, io, loro… siamo tutti qui, Cavalieri!

Ora basta attingere dall’anima il Sogno, ora si fa vivere, il Sogno.

Oggi il Regno è in festa: Artù ha vinto e regna sovrano; la Forza dell’Amore vince e regna sovrana. La coscienza cosmica cui Artù ha regalato la sua esistenza, è nata, è cresciuta e il Re può tornare al suo nome.

Guardo Camelot, conto, accarezzo, contatto ciascuno di noi Cavalieri, sento l’infrangersi calmo e sereno dell’acqua accanto, attorno a me. Pace, silenzio e… un tremore nel cuore.

È il nostro sole, è il nostro giorno. Trepida il mio cuore “Ti chiamerò per nome”.

Sollevo lo sguardo, ti riconoscerò, ti chiamerò.

Alzo lo sguardo alla strada, guardo su il castello, la strada, sollevo gli occhi a indagare chissà quale segno tra le nuvole, un volo di gabbiani. Per un attimo il pensiero è distolto dall’attesa, inseguo quella libertà librata lassù e sono libera.

Vado oltre il mio cuore… è l’Anima che chiama.

Torno, attratto il mio sguardo alla balaustra, qualcuno, una sagoma scura, sta guardando verso il mare, verso lo scoglio.

Sto ferma, osservo e ascolto, ascolto dentro… alzo il braccio, piano. Sorrido, saluto, chiamo… per nome.

Il suo braccio si alza, sta salutando, sento… il mio nome. Si avvia verso la scaletta, scende.

Sto sentendo, ora, una vicinanza, un’appartenenza, sento la reciproca elezione mentre il mio sguardo già è incrociato al suo.

Da qui in avanti… tutto è possibile.


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