martedì 9 febbraio 2010

L'anima gemella 2


L'anima gemella 2

- Oltre lo specchio


Il pezzo di cammino con l’Anima Gemella mi permette di cogliere una più profonda unificazione interiore, godo una ritrovata sicurezza e mi sento più forte. Da questa condizione comincio ad agire, c’è più coraggio, mi apro a nuova concretezza e comincio a creare un mondo più affine e congruente a me.

Entusiasmante cammino di consapevolezza.

Una bella amicizia. Sembra che tutto proceda, si fanno progetti comuni, ci si immette nel reale da questa simbiosi che sembra essere naturale. Due anime che si dicono: “Guarda, siamo complementari, tu riesci a far bene questo e io quest’altro. Io ti sostengo in questo aspetto della vita, tu sei un valido aiuto in ciò che a me riesce difficile”.

Sembra che così vada bene, ci siamo abituati a pensare che due più due fa quattro, l’unione fa la forza, è importante aiutarsi, nella vita si collabora l’un l’altro. La complementarietà e la corrispondenza che in due e così affini si vive, sembra essere la risoluzione di tante difficoltà e incapacità individuali.

Si procede, si rischia, ci si impegna, con chi se non con l’Anima Gemella? È come nel matrimonio. Come siamo stati educati a pensare il matrimonio? Due cuori e una capanna, un’anima sola, un mondo comune…

Ad un certo punto qualcosa spacca, accade un fatto per cui t’accorgi, all’inizio è un avvertimento solo del sentire, che ti sei spezzata, sei senza forze, ti senti consumata.

Arrivano i fantasmi, le paure, i dubbi, “Non mi trovo, non mi capisco; quel mondo che sembrava una bella strategia per risolvere difficoltà e pochezze interiori si sfalda, mi sfugge dalle mani”.

Una forza centripeta mi prende, chiudo con tutti, ascolto solo quel dolore che il corpo rimanda, una sofferenza che scuote, fa cadere un sistema, un paradigma. Non mi sento sola, ci sono io qui con me, questo me che improvvisamente s’è fatto così importante, centrale e non permette più a nessuno di entrare qui, nemmeno all’Anima Gemella. Qui non c’è compagno esteriore che potrebbe starmi vicino, tutto sbaraglia e allontana questa forza che, in modo così violento s’è impadronita del centro di me, stordisce e mi avvince. Non c’è altro, non ci può essere altro. Sono di questa forza. Amore per me stessa? Tutto rende relativo, obsoleto, e bisogna fare spazio attorno a me mettere le distanze, a parole e a fatti, con chiunque.

Sono mia, di me stessa, di questa profondità che s’è messa in movimento, che s’è svegliata . Avevo scritto: “Ancora, l’abbandono del mio essere capienza non coincide, tenacemente, col cratere di quel vulcano che serba, in fondo alla mia anima, l’urlo”.

È uscito l’urlo, lungo e feroce, oh, non è stato voce, non è stato necessario che si facesse sentire come voce. È stata una scossa, proprio dal vulcano che sono.
Le forze ancestrali, quelle prima delle forze animali. Della mia anima animale mi ero resa conto, non sapevo che c’è anche quest’anima che chiamerei…minerale? Però mi ricordo di un pezzo scritto vent’anni fa intitolato Ontologia: “L’agape entra nei conflitti? L’aldilà con la roccia è l’essere partecipi con Dio del perché delle sue fedeli venature. Adorare ciò che è e ciò che siamo.
Fino a quando continuerò a dividere Dio da me stessa?”.

Nel mio cammino di consapevolezza sono arrivata a cogliere un altro livello della mia appartenenza all’universo in cui sto, il minerale è stato un mio passaggio ed è criptato dentro me, ora s’è fatto sentire. Nella mia natura umana corrisponde alla connessione radicale tra me e me stessa, quella che fa la mia unità.

Detto questo si apre un mondo vasto e forte alla mia visione: danzano dentro me geometrie sacre, orbite di stelle, il mondo delle galassie, ne avverto il suono continuo che viene da lontano, le sento, le vedo. Stelle, galassie, costellazioni che nel loro perenne viaggiare nel cosmo s’avvicinano, si sfregano, s’accostano, s’intersecano, si penetrano e s’abbraccioano, cosa si scambiano? Intanto anche s’allontanano, riprendono viaggi di millenni da sole, lontane una dall’altra, incontrano altre sorelle, ma con dentro ciò che si sono scambiate accostando le loro spirali di ghiaccio, di roccia, vapori. Sole, sempre a seguire orbite che le portano a conoscere spazi lontani nell’universo, a rincontrarsi, ripartire, a creare sempre nuove stelle, nuovi mondi, fino a lasciarsi sciogliere, riscaldare, rientrare in orbite più piccole, fino a diventare sistemi che generano pianeti e posti come la Terra, capaci di accogliere la vita.

Costellazioni, galassie, stelle, Noi, anime dell’universo, in una nostra dimensione, un nostro stato di sentire e di consapevolezza.
Una forza sento in me, è in me, non mi è data dalla vicinanza e complicità dell’altra, dell’altro.

È la forza che sono.

Da qui si riparte per prendere consapevolezza di chi siamo, qual’è la nostra unità ed autonomia; un’altra non ultima tappa verso la Sorgente. Quando le sarò davanti ritroverò tutte le forze e le condizioni della creazione.

L’anima minerale è l’affinità d’elezione, ciò che ho scelto di diventare quando ho criptato la stella che sono per venire qui sulla Terra, è tutto scritto nel mio essere minerale, la mia stella-sorgente. Il mio Nome, quello che sta davanti a qualsiasi luogo e storia, davanti a tutti i personaggi che ho vissuto e quindi di fronte a tutti coloro che ho incontrato, con cui ho interagito. Sono questo Nome profondo che esprime la mia Anima Universale. Pagliuzza dorata inabissata in ciò che sono in questa carne e nel nome di questa vita.

La conquista di questo livello, di ciò che da sempre si è, ci fa librare sul mondo.

Siamo oltre le simbiosi, oltre le appartenenze e soprattutto le dipendenze mentre sappiamo anche stare in ogni legame, rispondere con libertà a chiunque ci chieda: “Fai un miglio con me”.
Possiamo dire sì o no e va bene lo stesso perché è a noi stessi che finalmente lo permettiamo di essere buoni e bravi oppure egoisti e amanti solo di noi stessi in questo momento.

Un passo avanti nell’assidersi sul trono di se stessi e da qui incontrare tutto. Con la stessa estensione di orbite che hanno stelle e galassie muoverci dal profondo amore per noi stessi, quello che centra la nostra persona, verso gli spazi ai confini del cosmo, verso l’infinito mondo degli uomini e delle donne.

È in me l’Anima Gemella, è l’altra parte di me, a volte il mio femminile che emerge, a volte il mio maschile ritrovato, avverto la sua presenza e vicinanza, reale, toccabile.

La sento premere, stringermi nel suo abbraccio dolcemente, mandarmi il suo respiro, è una presenza che tocco, che sta sempre dentro e attorno a me, a fianco, mi sostiene, riempie il vuoto, fa il vuoto. Sì la mia Anima Gemella, quella che sta in me, l’unica reale, mi toglie dal mondo quando si fa sentire come amante, e mi sussurra: “nessuno ti toglierà dalla mie mani perché, io sono il Dio geloso”. Lei, la mia Anima mi ama e vuole che io esista sopra tutto, sopra qualsiasi idolo, io e lei siamo il vivente, perché niente di meno di questo amore può fermare il nostro sguardo e il nostro cuore.

… Tutto per aprirmi l’Anima e sapere che a me appartengo e quando, finalmente, Sono in questa dimora dire col cuore dell’Anima del Mondo, sola passione della mia vita: - Prendimi l’anima e ogni istante sia Uno col Tutto -.

Da qui mi muovo libera nel mondo.

L’Alchimista del cuore.

È solo, l’alchimista?

Non è solo.

Si è tolto dal mondo per attirare la sua creazione.

Fa il vuoto, non vuole illusioni, frastuono e fracasso, vuole la Sua creazione.

Fa il vuoto e attira le forze dell’universo.

Come nel giardino ogni aiuola ha il suo posto e le distanze vanno rispettate altrimenti si perde l’armonia del tutto, come tra le stelle, tra costellazioni e galassie sono necessari i grandi spazi e in essi si ricamano connessioni, fratellanze, incontri più o meno ravvicinati, così tra le persone e gli eventi, fare spazio, rendere gli spazi ampi e aerati, liberi.

Attiriamo qui le energie del cosmo.

La forza dell’Amore.





Nessun commento:

Posta un commento