martedì 9 febbraio 2010

L'anima gemella 1

L’Anima gemella 1

Lo specchio


Ciò che rende difficile o impedisce di fare il proprio pezzo di strada da soli, ovvero di muoverci con autonomia da chiunque e da ogni cosa, è la separazione interiore, ma di essa non siamo consapevoli. Ci relazioniamo, perciò, ponendo sugli altri proiezioni ed aspettative che vanno poste solo su noi stessi. Viene il momento in cui diventiamo consapevoli della nostra incapacità di darci, da noi stessi, quanto ci serve e questo, non perché non siano già in noi risorse e soluzioni, ma perché la separazione crea la barriera tra noi e il mondo di energie e possibilità che sta nel nostro essere.

La consapevolezza della nostra impotenza è necessaria e fondamentale, va accolta e vissuta, e mi dico: “Sono qui, davanti a questa meravigliosa torta e non riesco a prenderla e gustarmela”.

Torta: metafora di qualsiasi cosa benefica e pacificante.

Dove sta la risoluzione?
Nel riconoscere e chiamare per Nome lo specchio, l’Altro, un uomo o una donna, che si trova nella mia stessa condizione, che però per me è solo uno specchio. L’Altra Coscienza non può essere la risposta al mio disagio o bisogno perché, se mi aspetto la risoluzione dal fuori di me non arriverò alla piena autonomia, non diventerò creatore di me stessa e della mia realtà; non arriverò ad attingere alla Sorgente oltre me stessa, Sorgente dell’amore gratuito.
Non arriverò alla regalità, ad essere sovrana nel Tutto.

Qui sembra che ci sia ancora sofferenza e dolore, quando si è in questo attimo sospeso tra ciò che ancora siamo come separazione e l’essere nuovo che già è nella vita nuova perché, una parte di noi, già ha visto e vive la pienezza.

Questo è l’ultimo atto della sofferenza ma già qui non siamo soli, lo specchio di quest’attimo di esistenza sospesa tra il già e il non ancora è già consolazione. Qui la Vita dà la risposta ponendomi davanti l’Altra Coscienza, parallela, gemella, che sta come me sul bordo del suo abisso, che sente risvegliarsi dentro la grande bestia della forza più profonda e forte.

Da qui in poi sono “uno” con l’anima gemella a cui appartengo come genere, maschile o femminile; come origine cosmica, come progetto che ci siamo dati quando eravamo là, tra le stelle, accordandoci per ritrovarci qui, quaggiù sulla terra, per realizzarlo, insieme, il nostro sogno!

E, dal corpo e dall’anima, dal cuore di carne, si apre il mondo inesauribile delle possibilità.
Semplicemente confessarlo: “Tu sei lo specchio! Qui, ora, nella tua separazione, vedo la mia separazione“. Non sono più sola, non sono più divisa. S’è compiuta la prima, fetale unità, quella che rinvia al mio concepimento.

Lo specchio integra il mio patrimonio genetico e, finalmente, si ri-costruisce, si ri-formula l’essere in modalità sempre nuove.

Il resto, tutto ciò che serve ora per essere pace, sazietà, bellezza, mistero, soavità, viene da solo.
Siamo traghettati oltre e… subito, eccolo! Uno specchio creato e scaturito dalla gioia!
La torta, finalmente gustabile.

L’Anima Gemella è un regalo che ad un certo punto della vita ti fai.

È la sosta, il respiro lungo, l’abbraccio, il luogo incantato di te stessa in cui sostare, da cui ripartire.

È la fedeltà a te stessa, a quanto sei, a quanto dici e quanto agisci.

Quando ti sembra di non farcela, di aver esaurito le forze, le speranze, il coraggio, lei, l’Anima Gemella, in quel momento pensa, crede, fa, per te. Come? Semplicemente standoti vicina e agendo per te ciò che tu, in quel momento, persa dalla fatica della salita o della discesa dentro te stessa, non riesci a fare. L’Anima Gemella in quel momento è te, è l’altra parte di te, quella già risolta, già guarita, nuova, già nella vita oltre i limiti che ti sei data e lei ti sostituisce, sta lì a credere ed agire il tuo Sogno per tutto il tempo che tu, dal tuo limite, non ce la fai ad essere proiettata nel tuo Sogno.

Così affronti e superi il momento difficile, l’impasse e il tuo Sogno continua e cresce. Neanche per un momento il tuo Sogno viene meno o resta sospeso o senza alimento, senza amorevolezza, attenzioni e carezze perché lei, l’Anima Gemella fa tutto questo per te.
Poi, ad un certo punto, sei fuori dal guado e continui con il tuo grande Sogno a braccetto, tutto ha continuato il suo percorso.

L’Anima Gemella, per me, è una donna come me, e ci siamo anche confrontate su quanto e come questo grande amore tra noi due coinvolgesse la nostra sessualità e così abbiamo messo a fuoco ciò che siamo e ciò che vogliamo come donne, persone, anime.

Abbiamo un sentire ampio, intenso e forte per il mondo, per l’altro sesso, una grande intesa e complicità tra noi due. La nostra esperienza fisica percorre strade diverse, in comune abbiamo una grande condivisione di vita, di sentire interiore, di intenti, di progetti, mentre la nostra sessualità percorre due strade e così ci piace. Perché preciso tutto questo? Penso che sia il tempo di parlare dell’Anima Gemella partendo dall’esperienza. Il nostro è un cammino spirituale comune e siamo consapevoli che questa è la dimensione fondamentale che va risolta, vissuta bene, affinché anche con l’Anima Gemella con cui desideriamo condividere la nostra individuale fisicità, possa essere un’esperienza felice ed evolutiva.

Noi creiamo le situazioni che viviamo nel mondo, noi creiamo anche le persone che abbiamo vicino, sì le creiamo da quella parte di noi spirituale che siamo, dal nostro Sé Superiore che è Uno col Dio in cui crediamo, se crediamo di avere un Dio, da quella parte di noi che è una con il Tutto se ci è più consono credere che la nostra origine siamo ancora noi nella parte spirituale di noi stessi, alla quale tutti e tutto apparteniamo.

Se vogliamo migliorare la nostra vita, avere davanti i nostri Sogni grandi e piccoli realizzati, ossia “esserci” finalmente, immersi, dentro o, come diciamo noi, “avere le mani in pasta” nei nostri grandi Sogni, bisogna prima affrontare e risolvere la nostra parte spirituale, che è ancora e solo la parte di noi reale, reale e concreta oltre le illusioni in cui siamo immersi tutti i momenti e che crediamo siano la realtà. Siamo nella realtà, quella autentica, sana, creativa, quella che ci da pace e ci fa stare bene quando abbiamo ricondotto dentro noi e riconosciuto come nostra la parte spirituale di noi stessi, la nostra anima, quella che abbiamo lasciato in silenzio, quando non l’abbiamo sepolta, dentro di noi.

La new age è bella e avvincente ma perché non funziona? Perché non affronta la parte spirituale della persona, ossia non affronta la Persona che Siamo.

Solo nel momento in cui lasciamo aperta la porta alla nostra grande Anima e ci lasciamo condurre da lei, allora sì, anche le sollecitazioni e le proposte della new age diventano funzionali e feconde.
Il cammino interiore, ossia il lavoro per prendere consapevolezza di noi stessi comincia molto prima dell’incontro con l’Anima Gemella, inizia da soli. Si è soli per un grande pezzo di strada e io voglio sperare, anzi credo che chi lo intraprende dopo di me gode del pezzo di strada che io ho fatto nella fatica e nel dolore. Così come io ho goduto di quanto, chi è venuto prima di me, ha fatto. E voi, che intraprendete il cammino ora, sarete risorsa e sostegno a che viene dopo e sarà sempre tutto più facile e veloce.

Ad un certo punto l’Anima Gemella è qui, davanti a me, e da questo momento tutto scorre più velocemente. Oh, non ho finito di andare, di guardarmi dentro, di camminare, di puntare i piedi nel mio lavoro interiore, ma ora non sono sola, tutto è condivisibile, dicibile. C’è chi affronta con me, posso confidami, posso piangere, ridere, saltare, dire e fare pazzie perché non mi sento giudicata. In tutto sono accolta e riconosciuta, amata.

Me lo dice, e spesso, con i suoi messaggi: “Ti voglio bene” e tanto altro…oppure ci scriviamo: “Quando ti vedo, prima ti salto addosso e poi…”.

Allora la mia anima, la mia persona e il mio mondo interiore si amplificano. Viaggio, volo, viene fuori il peggio e il meglio di me e su tutto quanto sono comincio a costruire, e alla grande.
Intanto so di lei e a volte sono io quel sostegno, quel sostituto quando lei, presa dalla sua fatica si perde dentro se stessa e non ce la fa, allora, in quel frangente la sostengo e alimento il Suo Sogno.
Qui c’è empatia e più dell’empatia, c’è “essere una sola anima in due corpi, in due menti, in due cuori. Saperlo e permetterselo”.

C’è ancora tanto da dire sull’Anima Gemella, quella che ti inventi e crei per incamminarti nella vita gioiosa e sempre nuova, viva, viva, viva ogni giorno e davvero così è.

Innanzitutto che l’Anima Gemella racchiude e mi riconduce tutte le amicizie care e amorevoli, al femminile, che ho avuto nella vita. Spesso, la mia Anima Gemella, prende altri nomi e glielo dico, le riconosco le mie grandi donne, che mi hanno fatto da specchio e che ora sono qui con me mentre scrivo e mi commuovo per quanto la vita è stata generosa e fantasiosa con me. Ovvero quanto sono stata capace, dal mio Sé superiore, a crearmi una vita fantastica e unica
(e sappiate che tutti arriverete ad affermare questo di voi!).

Sì, i momenti di impasse ci sono ancora e tanto ancora da rinnovare, costruire, ma da quando c’è lei i miei Sogni non tornano più indietro, anzi hanno conosciuto grandi accelerazioni, volano. Non ho più rinnegato in fondo a me stessa il mio grande e ambizioso pensare, non mi sono più rimangiata i miei progetti, non ho più bruciato le mie poesie, i miei racconti, i miei elaborati e lunghi disegni.

Mi permetto anche tante altre cose della vita, gioiose, impegnative, divertenti, come se continuamente fossi in scalata sull’Alta Via delle Dolomiti, come facevo da ragazza o là in fondo al mare, dove spesso amo andare da sola.

Mi permetto giochi, fantasie, risate, lotte, confronti duri, tutto della vita mi piace e più è intenso e mi mette in gioco più mi piace e con lei, la mia Anima Gemella tutto è amplificato perché la mia Anima è, ora, immensamente più grande e recettiva.

Ora, nella vita nuova, tutto come prima ma meglio di prima, possiamo sapere chi siamo o non abbiamo più bisogno di sapere, possiamo attingere alle nostre risorse, oltre la dinamica dello specchio.

Perché lo specchio ancora ci ritorna un’identità, invece la Coscienza Nuova non è sé, non è identità. È piuttosto consapevolezza indefinita, qualcosa che scorre e fluttua, è un sentire gioioso insieme al suo contrario - la lotta. Un sentire appartenente, fraterno o compagno insieme al suo paradosso - l’estraneità. La fuga e il tradimento, ovvero ciò che sentiamo come tradimento, invece è vita, espansione. Un pensiero, insieme al suo opposto, mentre è altri mille e uno pensieri e più, e ogni suo opposto; è il Sogno già presente e godibile insieme alla tensione, alla noia, alla destabilizzazione. Tutto ciò che, sembra, ancora ci tenga fuori dal Sogno ma tutto è già utero, gestazione del nostro grande Sogno.

Forse l’ologramma, o il pensiero frattale, ora può essere ciò che più efficacemente rappresenta il mondo in cui, semplicemente, esisto.

Nuoto, fluttuo nell’ologramma!

Viaggio, danzo, tarantello, tra mille percorsi luminosi e variopinti… vado per frattali.

Forse, per dire ciò che siamo, è più indicato parlare di neutroni, neutrini, stringhe, di esistenze in cui il sé è semplicemente la luce e l’attimo di un pensiero, è un filo di energia che ora c’è e poi già è altro, qualcosa che, mentre lo diciamo, ci fa toccare l’impermanenza che partecipiamo. Qualcosa che ci permette di raggiungere, in noi stessi, quello stato di esistere solo per esistere, così come la Vita si vuole: un respiro, un soffio, un alito di vento… come trattenerlo tra le dita?

Così, così siamo! Questo è ora il nostro specchio!

Questo è lo stato di noi che faticavamo a raggiungere perchè stretti nelle nostre identità, presi dal possesso di noi stessi. Lasciarsi andare così, già impermanenti e fluttuanti, ma ancora vivi, solo esistenti.

Eppure oltre, ancora oltre sta la Sorgente.

Ecco, lasciar andare anche la consapevolezza di ciò che ora siamo… più silenzio, più buio, più inconsapevolezza, come quel buio abissale, quasi innaturale, sì c’è anche l’innaturale quando si crea, esso è tutto ciò che ancora non è, tutta la libertà ossia… è niente. Ecco nulla, che neanche sa di esistere, che neanche esiste... siamo al nulla e qui… non siamo. Solo esistiamo, come Tutto.
Nulla che concilia, che è uno, con ogni identità che s’è dato.

Creare… questo esistenziale s’illumina, questo pensiero prende consistenza davanti alla mia percezione, chi sono, come mi sento, quando creo? Perché questo voglio ritrovare in me, voglio sollevare il velo della memoria criptata sulla mia condizione di “creatore”. Questa pagliuzza dorata che sono come impermanente particella di luce, cos’è nel suo creare?

Accogliere la Vita, sempre e comunque voglia darsi, questo va sperimentato?

Cioè sempre e comunque, riconoscermi in ogni esistenza come specchio di me, oltre ogni giudizio, ogni interpretazione, ogni riserva o resistenza?

Allora ieri la vita m’ha dato una grande lezione, ponendomi davanti quella Zingara, che ha vissuto il suo essere pienamente zingara, e questa è Vita cui appartengo .

D’altronde, l’avevo detto di me: Zingara.
Ricominciare a tessere la tela della propria esistenza e del proprio mondo a partire dall’accoglienza incondizionata di ogni esistenza, perché essa è la mia stessa esistenza: esistere, nella consapevolezza indefinita, tanto da non poter più nemmeno sapere di esser-ci, nell’atto in cui la Vita si crea in me.

Anima Gemella: non si tratta di specchio, né di neutroni o altro, questi possono solo essere dei modi di spiegare una grande affinità che va oltre ogni logica comune, a cui si era soliti dare meno importanza di quanta in realtà ne abbia. Le chiamiamo coincidenze per sminuire una verità più profonda che potrebbe far paura e così neghiamo a noi stessi di conoscerci, di conoscere la Nostra Anima, attraverso lo specchio di noi stessi.

Eppure, riconoscere se stessi e l’Anima Gemella come identità complementari e corrispondenti, ancora non è tutto, qui ancora fluttuiamo in quel nulla magmatico che è il primo passo per una nuova creazione questa è la situazione in noi in cui possiamo attingere le energie per creare.

Creare è “tirar fuori da noi stessi” la nuova creazione che non può essere identificabile con qualsiasi altra creazione già esistente, allora devo cominciare a dire, dopo la mia identificazione con l’altro: “Ma, di lei, o di lui, questo… io non sono”. Ecco la mia identità che balza forte e chiara, viva differenziata e unica, rispetto a chiunque altro. Ecco Dio che afferma di Sé “Io Sono”. Il mio essere divino afferma la sua Persona e, affermandola, le dà l’esistenza.

Perché posso affermare me stessa? Perché, adesso, dopo l’immersione nella vita degli altri e dopo la comprensione di qualsiasi modo di essere, il Me stessa, la Mia Anima, emerge per se stessa, e sento l’Amore scorrere, fluire, raggiungere ogni livello di me, ogni anfratto, ogni pozza, ogni caverna e dirupo: tutto ciò che sono va bene, è amabile e amorevole.

Mi amo, amo questo corpo, questo corpo ora voglio benedire e veder fiorire, sono bella, sono avvenente, vedo e ammiro la mia intelligenza e la mia genialità, sono già più più, più e il resto è tutto in salita. Quando accolgo con amore il mio corpo, la mia psiche, la mia storia, questa identità che mi sono data venendo al mondo, mi do la Vita Nuova, supero la separazione interiore, tutto fluisce e trova vitalità nuova.

Ogni parte di me è, ora, riconosciuta ed esaltata, amata; ogni parte di me risponde, emerge, gioca, parla, danza, ecco La Sorgente.

Qui, ove sono ora, sono creatore.






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